SINDROME DA INTERSEZIONE

 

La sindrome da intersezione si manifesta con una sintomatologia clinica molto simile a quella della malattia di De Quervain e per tale motivo, essendo un quadro poco frequente, può essere confusa con quest’ultima. La sindrome, come altre condizioni stenotiche della mano e del polso, è stata associata con attività che richiedono movimenti frequenti o ripetitivi del polso. Si osserva spesso in atleti, specie quelli coinvolti in sport come il canottaggio e il sollevamento pesi. La sintomatologia clinica si presenta con dolore e tumefazione dorsalmente a livello del margine radiale del polso, ma circa 4 cm più prossimalmente alla stiloide radiale. In tale sede avviene anatomicamente un’ intersezione tra i capi tendinei diretti al primo compartimento, ovvero ALP ed EBP, e i capi tendinei dei muscoli del secondo compartimento dorsale, ovvero gli estensori radiali del carpo (breve e lungo) (Figura). Talvolta in tale sede può essere presente arrossamento e crepitio. La sede della tendinopatia risulta comunque localizzata al secondo compartimento dorsale, come dimostrato da Grundberg e Reagan. Il trattamento conservativo è la prima scelta, ma nei casi resistenti è necessaria l’apertura chirurgica del 2° compartimento.

 

 Il trattamento incruento iniziale consiste nel prospettare un cambio dell’attività lavorativa o sportiva, nell’utilizzo di un tutore termoplastico di polso a 15° di estensione e, in alcuni pazienti, nell’iniezione di steroidi nel secondo compartimento dorsale. Nella maggioranza dei pazienti così trattati si ottiene un miglioramento progressivamente della sintomatologia e la risoluzione definitiva del quadro clinico. Per i pazienti con dolore persistente, Grundberg e Reagan hanno suggerito un’incisione longitudinale lungo il margine radiale del polso in corrispondenza del secondo compartimento da estendere prossimalmente. Dopo l’incisione della fascia profonda, l’apertura del secondo compartimento mostra l’area interessata dal quadro patologico, quindi si procede alla tenolisi, i tendini vengono sollevati e si ispeziona il compartimento che non deve essere richiuso. Il polso viene immobilizzato in posizione neutra con una leggera estensione per 10 giorni dopo l’intervento, ed i pazienti sono sollecitati a utilizzare la mano e il polso. Sebbene la formazione di una corda d’arco all’estensione del polso sia un problema teorico, dopo l’incisione dorsale del retinacolo, Grundberg e Reagan non hanno segnalato alcun caso nella loro serie di 13 pazienti.